Compatta, potente e pronta all’uso: scopri perché la DJI Osmo Pocket 3 è diventata la scelta ideale per filmmaker, content creator e videomaker sempre in movimento.
Non capita tutti i giorni di avere tra le mani un dispositivo capace di ridefinire il modo in cui approcciamo la creazione di contenuti video. Il DJI Osmo Pocket 3 è proprio questo: una piccola gemma tecnologica che unisce leggerezza, potenza e versatilità in un formato così compatto da sembrare irreale. Rispetto alla versione precedente è un salto evolutivo, un vero cambio di paradigma che risponde perfettamente alle esigenze dei creator di viaggio – ma non solo. Da quando l’ho integrato nel mio workflow, utilizzandolo anche in D-Log M per progetti professionali, ha (quasi) mandato in pensione il mio fidato gimbal. È diventato il mio compagno quotidiano per la maggior parte delle produzioni che realizzo. In questa recensione vi spiego perché, per chi vive di immagini in movimento ed è stanco di attrezzature pesanti, l’Osmo Pocket 3 rappresenta un alleato rivoluzionario.
Semplicità d'Uso e Portabilità: La Libertà di Creare Ovunque
La prima cosa che colpisce è il design. Il DJI Osmo Pocket 3 è minuscolo: pesa appena 179 grammi ed è così compatto da stare comodamente in tasca o nello scomparto di uno zaino. Ma la leggerezza non deve trarre in inganno: la qualità costruttiva è decisamente superiore rispetto alla versione precedente, con materiali solidi e un assemblaggio che restituisce un’impressione di robustezza e affidabilità. Una delle principali novità rispetto all'Osmo Pocket 2 è l'introduzione del display touchscreen da 2 pollici, ruotabile e luminoso, perfetto anche sotto la luce diretta del sole. Lo schermo si accende semplicemente ruotandolo e permette di memorizzare impostazioni personalizzate, richiamabili rapidamente in base alla scena che si desidera riprendere. Un dettaglio importante quando si lavora in condizioni mutevoli o con tempi stretti.
Per un filmmaker come me che non ha paura dell'IA e che spesso si trova a girare in contesti improvvisati, dinamici o in movimento, questa portabilità è un vero game-changer. Non devo più trascinarmi zaini pesanti o montare attrezzature ingombranti: l’Osmo Pocket 3 è sempre con me, pronto a catturare l’attimo con qualità sorprendente. È il tipo di strumento che ti invoglia a girare ovunque, dalla strada a un set allestito al volo, senza dover pianificare ogni dettaglio logistico. Non equivale ovviamente a una mirrorless con ottiche dedicate, e non è pensato per girare tutto. Ma nella narrazione del contesto, grazie alla sua lente grandangolare (attenzione alla messa a fuoco), offre risultati più che validi. Se invece si cerca un’estetica davvero cinematografica, con focali spinte come un 85mm o un 135mm, allora il buon vecchio gimbal resta la scelta più indicata. Ma per tutto il resto – e sono molte più situazioni di quanto si pensi – l’Osmo Pocket 3 è diventato il mio strumento preferito.

Qualità Video e Versatilità: D-Log e Prestazioni da Grande
Veniamo al cuore della questione: la qualità dell’immagine. Il DJI Osmo Pocket 3 monta un sensore CMOS da 1 pollice capace di registrare in 4K fino a 120 fps, offrendo una nitidezza e una gamma dinamica sorprendente. Si tratta di uno strumento potente anche per esigenze specifiche, come quelle di aziende o ristoratori che vogliono raccontare la propria attività in modo dinamico ed efficace. Tuttavia, ciò che mi ha davvero conquistato è la possibilità di girare in D-Log, un profilo colore piatto che consente una flessibilità enorme in fase di post-produzione. Per chi, come me, lavora in ambito professionale e ha bisogno di controllare luci, ombre e tonalità con precisione, è una risorsa preziosa. Mi permette di fare color matching, ovvero di abbinare facilmente le riprese dell’Osmo Pocket 3 a quelle di altre camere, senza che lo spettatore percepisca differenze evidenti. Rispetto a un setup tradizionale composto da mirrorless e gimbal, l’Osmo Pocket 3 offre un vantaggio non da poco: una stabilizzazione meccanica a 3 assi integrata, impeccabile anche durante movimenti veloci o in condizioni non ideali.
Ho girato scene in movimento a mano libera, anche in ambienti chiusi e poco illuminati, ottenendo sempre risultati stabili e utilizzabili, come nel cortometraggio Cromatismi, realizzato per la Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo.
Un altro fattore che rende unico l’Osmo Pocket 3 è la sua versatilità. Non è solo una camera per vlog o contenuti amatoriali: è un vero asso nella manica per i professionisti. Grazie al profilo D-Log, l’ho utilizzato per spot pubblicitari, corti e contenuti social di qualità, integrandolo perfettamente con le mie camere principali. L’ottica grandangolare da 20 mm offre un campo visivo ampio ma naturale, ideale per raccontare ambienti, paesaggi o scene dinamiche. E con il microfono wireless DJI Mic 2 (disponibile nel Creator Combo), l’Osmo Pocket 3 si trasforma in una soluzione completa anche per la registrazione audio. Un esempio concreto? Durante le riprese per un video istituzionale, ho utilizzato quasi esclusivamente la Pocket 3 per realizzare sia le interviste che le riprese in movimento. La leggerezza mi ha permesso di muovermi tra i soggetti senza intralciarli, ho registrato l'intervista tramite il microfono e unito le riprese con le altre realizzate d'archivio con la mia Sony a7SIII, ottenendo un risultato finale pulito e coerente.

Facilità d’Uso: Tecnologia al Servizio della Creatività
DJI ha sempre avuto il talento di rendere la tecnologia avanzata accessibile, e con l’Osmo Pocket 3 questa filosofia raggiunge un nuovo livello. L’interfaccia touchscreen è intuitiva, con menu chiari e comandi rapidi per passare da una modalità all’altra in pochi tocchi. La funzione ActiveTrack 6.0, migliorata rispetto al passato, riconosce con precisione volti, oggetti e movimenti, permettendoti di concentrarti sulla regia e sulla narrazione, anziché sull’inseguimento manuale del soggetto. Per chi, come me, lavora spesso da solo, è una vera salvezza. Non serve essere esperti di tecnologia per ottenere un risultato professionale: basta accenderla, scegliere i parametri e iniziare a girare. Allo stesso tempo, chi desidera il massimo controllo potrà apprezzare la possibilità di registrare in D-Log, regolare ISO, shutter speed e bilanciamento del bianco in modo semplice e preciso, quasi come su una mirrorless di fascia alta.
Anche l’autonomia è sorprendente per un dispositivo così compatto: con una carica completa si ottengono circa 166 minuti di registrazione in 1080p, che si riducono a poco più di 2 ore in 4K a 60 fps. Non sarà un record assoluto, ma è più che sufficiente per coprire un’intera giornata di lavoro, soprattutto se si utilizza un power bank. Personalmente, consiglio il battery handle incluso nella versione Creator Combo, che consente di estendere l’autonomia senza compromettere la maneggevolezza. La ricarica via USB-C è rapida ed efficiente: in meno di 20 minuti si è di nuovo pronti a girare. Gli accessori, poi, amplificano le potenzialità dell’ecosistema. Il set di filtri ND, ad esempio, è stato fondamentale per mantenere il controllo dell’esposizione durante le riprese in pieno giorno, senza sacrificare la profondità di campo. È un setup che cresce con te, adattandosi alle tue esigenze, senza mai risultare ingombrante o superfluo. Il dispositivo inoltre è compatibile con l'app DJI Mimo, che consente di ricevere aggiornamenti firmware in grado di ottimizzare le performance e introdurre nuove funzionalità. Tra queste, ad esempio, una gestione migliorata del rumore video e l'introduzione della modalità FPV.

Confronto con il Gimbal: Perché l’Osmo Pocket 3 Vince
Uno degli aspetti che mi sta più a cuore è il confronto tra la DJI Osmo Pocket 3 e il classico setup composto da fotocamera e gimbal. Per anni, il mio assetto di riferimento è stato una Sony a7SIII montata su gimbal: una combinazione che garantiva riprese stabili e fluide, ma che comportava anche tempi lunghi di preparazione, calibrazione accurata e un ingombro tutt'altro che trascurabile. Con la Osmo Pocket 3, tutto questo è cambiato. La stabilizzazione su tre assi è integrata, il dispositivo è ultraleggero, si accende in un attimo ed è subito pronto a girare. Sta letteralmente in tasca ed è perfetto per tutte quelle situazioni in cui discrezione, rapidità e libertà di movimento fanno la differenza: matrimoni, eventi, documentari sul campo o contenuti brevi per i social, in particolare grazie alla possibilità di girare in formato 9:16 per contenuti verticali, come i reel su Instagram e TikTok.
Attenzione, non sto dicendo che possa sostituire del tutto una mirrorless su gimbal. La mia Sony rimane fondamentale in condizioni di luce critica o in produzioni dove occorre utilizzare inquadrature ravvicinate e ottiche luminose (come i miei 35mm e 85mm f/1.8 di Sony). Tuttavia, nelle riprese diurne o in contesti dove è necessario muoversi rapidamente raccontando l’ambiente in modo efficace, la Pocket 3 regge sorprendentemente il confronto. Soprattutto utilizzando il profilo D-Log, offre una buona resa cromatica e ottime possibilità di color grading. Per circa l’80% dei miei progetti quotidiani, l’Osmo Pocket 3 è diventata il mio strumento di riferimento. È come avere una piccola troupe sempre in tasca: autofocus preciso, stabilizzazione fluida, gestione audio avanzata (soprattutto se usata con il DJI Mic 2), schermo ruotabile e file ben lavorabili in fase di montaggio. Il tutto in un workflow agile e immediato.

DJI Osmo Pocket 3: Pro e Contro
Nessun dispositivo è perfetto, e la Pocket 3 non fa eccezione. Il sensore da 1 pollice mostra qualche limite in condizioni di luce estremamente scarsa rispetto a una mirrorless full-frame. Inoltre, l’assenza di una lente aggiuntiva da 50mm o 85mm può essere un ostacolo per chi ama giocare con diverse focali. Il crop digitale in 4K aiuta in parte, ma sacrifica un po' di definizione, e i file in 4K sono piuttosto pesanti, il che rende necessario adottare soluzioni strategiche per archiviare le riprese. Un altro dettaglio pratico riguarda l’uso di pellicole e filtri: se applicate pellicole protettive, il touchscreen può risultare leggermente meno reattivo, mentre con i filtri ND lo spessore impedisce la chiusura del gimbal, costringendoti a rimuoverli prima di spegnere il dispositivo – un’operazione che può far perdere tempo prezioso in base al contesto, come ad esempio durante concerti o matrimoni. Infine, il prezzo: 539 euro per la versione base e 679 euro per il Creator Combo. Non sono cifre contenute, ma sono pienamente giustificate dalla qualità costruttiva, dalle prestazioni e dalla versatilità offerte.
Dopo settimane di utilizzo intenso sul campo mi sento di affermare che DJI Osmo Pocket 3 rappresenta una vera rivoluzione per filmmaker, viaggiatori e content creator che cercano qualità, praticità e libertà creativa in un solo strumento. Leggero, potente, intuitivo e sempre pronto, ha sostituito – nella maggior parte dei casi – l’uso del gimbal nel mio workflow quotidiano. I file sono belli e corposi, facilmente lavorabili e ideali per applicare LUT preimpostate o personalizzate. È più di una videocamera tascabile: è un’estensione naturale della mia creatività, sempre con me e pronta a trasformare ogni intuizione in un racconto visivo. Se siete alla ricerca di uno strumento capace di semplificare la produzione video con pochi compromessi sulla qualità, l’Osmo Pocket 3 è la risposta. Provatelo: difficilmente tornerete indietro.

Se hai curiosità sul DJI Osmo Pocket 3, scrivimi o lascia un commento. Se invece vuoi saperne di più sul mio metodo di lavoro, contattami: sarò felice di fare una chiacchierata.