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100 Years: il Film Segreto di Robert Rodriguez con John Malkovich che Nessuno Vedrà Prima del 2115

23/02/2025 09:00

Vito Sugameli

Cortometraggi, Corti, Marketing Digitale, Spot Pubblicitario, Robert Rodriguez, John Malkovich,

100 Years: il Film Segreto di Robert Rodriguez con John Malkovich che Nessuno Vedrà Prima del 2115

100 Years di Robert Rodriguez è un esperimento unico: un film sigillato per un secolo, con John Malkovich protagonista. Arte visionaria o marketing geniale?

100 Years, corto promozionale di Robert Rodriguez, è allo stesso tempo un'operazione di marketing geniale e un esperimento artistico senza precedenti. Te ne parlo nella rubrica Visti sul Web.

100 Years: The Movie You Will Never See è un esperimento cinematografico unico, un'opera destinata a rimanere sigillata fino al 2115. Diretto da Robert Rodriguez e interpretato da John Malkovich, questo corto è stato concepito come parte di una sofisticata campagna pubblicitaria per il Louis XIII, un pregiato cognac prodotto dalla maison Rémy Martin, considerato uno dei distillati più lussuosi e costosi al mondo. La particolarità di questo liquore? Richiede un intero secolo di invecchiamento prima di essere degustato.

 

Ed è proprio su questa idea che si fonda il concept del film. Rodriguez e Malkovich hanno creato un’opera che gioca con la stessa logica del tempo necessario per la maturazione del cognac: così come una bottiglia di Louis XIII è destinata a essere gustata solo dalle generazioni future, anche questo film potrà essere visto soltanto nel 2115. Un'operazione di marketing visionaria, che sfida le convenzioni della pubblicità tradizionale e si trasforma in un autentico esperimento sul concetto di attesa, esclusività e memoria culturale. Ma cosa sappiamo davvero di questo cortometraggio? Quali dettagli sono stati rivelati e quale impatto ha avuto questa iniziativa? Te lo racconto in questa puntata di Visti sul web.

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100 Years: Un’Opera Fuori dal Tempo diretta da Robert Rodriguez

Il concetto alla base di 100 Years sovverte le logiche dell’industria cinematografica contemporanea, sempre più orientata verso l’immediatezza e il consumo istantaneo di contenuti. In un’epoca in cui i film sono accessibili con un semplice clic e l’attenzione del pubblico è frammentata, questa opera sceglie consapevolmente di sottrarsi alla visione per oltre un secolo. È un film concepito per un pubblico che ancora non esiste, destinato a una generazione futura che lo scoprirà senza alcun contesto, senza alcuna campagna promozionale tradizionale, ma solo con il peso della sua attesa.

Questa scelta ci impone una riflessione profonda sul tempo, sulla memoria e sulla natura effimera della cultura contemporanea. Cosa significa creare qualcosa che non vedremo mai? Quale valore acquisisce un’opera d’arte quando è sottratta alla sua stessa epoca? Girato nel 2015, il cortometraggio è stato sigillato in una cassaforte a prova di proiettile, progettata per resistere al tempo e agli elementi. Il meccanismo di apertura è impostato per sbloccarsi automaticamente il 18 novembre 2115, senza possibilità di intervento esterno. Solo gli eredi delle 1.000 persone che hanno ricevuto un invito speciale potranno assistere alla proiezione, trasformando l’evento in un'esperienza esclusiva e quasi mitologica. Un’opera invisibile, eppure carica di significato: un testamento artistico lasciato in eredità al futuro.

Arte o Marketing Estremo?

L’aspetto più affascinante di 100 Years è il suo alone di mistero: nessuno sa realmente di cosa parli. Per mantenere alta l’attenzione, sono stati diffusi tre brevi teaser trailer, ciascuno ambientato in un contesto differente — uno futuristico, uno post-apocalittico e uno cyberpunk. Questi frammenti suggeriscono che il film possa essere ambientato in un futuro lontano, ma senza confermare nulla sulla trama o sul tono. Un'operazione che alimenta una curiosità destinata a rimanere insoddisfatta per più di un secolo, rendendo il film un enigma sospeso nel tempo. Tuttavia, il legame con un brand di lusso come Louis XIII potrebbe far storcere il naso a chi considera il cinema una forma d’arte indipendente dal marketing. 100 Years è un’opera autentica o una sofisticata strategia pubblicitaria mascherata da esperimento artistico?


100 Years con John Malkovich è allo stesso tempo un'operazione di marketing geniale e un esperimento artistico senza precedenti.


Se da un lato la sua natura promozionale è innegabile, dall’altro la scelta di realizzare un film destinato a un pubblico che ancora non esiste, sapendo che nessuno dei suoi creatori sarà presente alla sua proiezione, conferisce al progetto un’aura filosofica e malinconica. È un'opera che riflette sul tempo, sulla memoria e sulla fugacità della cultura, trasformandosi in una sorta di capsula cinematografica lasciata in eredità alle generazioni future. Quindi, 100 Years è solo un’operazione di marketing estremizzata o rappresenta una provocazione artistica capace di sfidare le convenzioni del cinema e del tempo stesso? La risposta, ironicamente, spetta a chi verrà dopo di noi.

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Rodriguez e Malkovich: Un Messaggio per il Futuro

La scelta di Robert Rodriguez alla regia e John Malkovich come protagonista non sembra affatto casuale, ma coerente con le ambizioni del progetto. Rodriguez è noto per la sua capacità di lavorare in modo indipendente, con un approccio sperimentale e anticonformista al cinema, qualità che si sposano perfettamente con un’opera destinata a sfidare le convenzioni della distribuzione e del consumo cinematografico. D'altra parte, Malkovich, con la sua aura enigmatica e la sua predilezione per ruoli profondi e spesso eccentrici, potrebbe essere stato scelto proprio per rafforzare il mistero e il fascino senza tempo del film. Il suo coinvolgimento suggerisce che 100 Years non sia solo un esperimento concettuale, ma un’opera con un forte impatto narrativo e filosofico, forse incentrata proprio sul tema del tempo, della memoria e della percezione del futuro.

Ma cosa vorranno comunicare? E, soprattutto, quale sarà il destino del cinema tra un secolo? Nel 2115, quando la cassaforte si aprirà e il film verrà finalmente proiettato, il contesto culturale, tecnologico e artistico sarà radicalmente cambiato. Il pubblico del futuro lo interpreterà come un’opera visionaria, un testamento creativo capace di superare le barriere del tempo, oppure come un curioso esperimento pubblicitario di un’epoca ormai dimenticata? Forse 100 Years sarà entrambe le cose. O forse no. Questo non possiamo saperlo. I film, come qualsiasi altra forma d’arte, sono il prodotto del loro tempo, influenzati dalle aspettative del pubblico e dai mezzi tecnologici disponibili. Ma cosa accade quando un’opera viene sottratta al proprio contesto e destinata a una generazione che non ha vissuto nulla della sua creazione? L’unica certezza è che 100 Years non è per noi. È un film che appartiene esclusivamente al futuro, e noi possiamo solo immaginare il momento in cui verrà finalmente svelato.

Da Dove Nasce l’Idea di Creare Oggi un’Opera Destinata al Futuro?

100 Years rappresenta un caso unico nel mondo della pubblicità, ma l’idea di concepire un’opera destinata a essere fruibile solo in un futuro lontano non è del tutto nuova. Nel corso della storia, artisti e creatori hanno sperimentato con il concetto di tempo, realizzando lavori pensati per essere scoperti e compresi da generazioni future. Un esempio emblematico è la Future Library, un ambizioso progetto letterario ideato dall'artista scozzese Katie Paterson nel 2014. Ogni anno, un autore o un'autrice di fama internazionale contribuisce con un manoscritto inedito, che verrà conservato senza essere letto fino al 2114. Solo allora i testi saranno finalmente pubblicati, stampati su carta ricavata da una foresta appositamente piantata nei pressi di Oslo.

L’idea alla base della Future Library non è solo un esercizio di pazienza collettiva, ma una riflessione sulla fiducia nel futuro, sulla conservazione della cultura e sulla relazione tra letteratura ed ecologia. Tra gli scrittori che hanno aderito al progetto figurano Margaret Atwood, David Mitchell, Han Kang, Ocean Vuong e Karl Ove Knausgård, autori il cui impatto letterario è già riconosciuto oggi, ma il cui contributo verrà svelato solo tra un secolo. Sia 100 Years che la Future Library condividono un’idea di eredità artistica, creando opere che trascendono la nostra epoca e affidano il loro significato al tempo e alle persone che verranno. Questi progetti ci ricordano che l’arte, quando sottratta all’immediatezza, può trasformarsi in un vero e proprio atto di fiducia nel domani.

Il Clock of the Long Now: un Orologio per il Futuro

Un altro esperimento che condivide la filosofia del tempo lungo è il Clock of the Long Now, noto anche come The 10,000 Year Clock, un ambizioso progetto della Long Now Foundation, finanziato da Jeff Bezos. L’idea alla base è quella di costruire un orologio meccanico gigantesco, progettato per funzionare autonomamente per 10.000 anni, servendo come simbolo di lungimiranza e di pensiero a lungo termine. L'orologio, attualmente in costruzione, è collocato all'interno di una montagna nel Texas occidentale, su una proprietà di Bezos. È stato concepito per muoversi lentamente, in netto contrasto con la frenesia del tempo moderno: la sua lancetta principale avanza una sola volta all'anno, mentre un segnale acustico suona una melodia sempre diversa ogni volta che viene attivato.

Il progetto nasce dalla volontà di espandere la prospettiva temporale dell'umanità, stimolando le persone a pensare in termini di millenni, anziché di decenni. In un'epoca in cui la tecnologia evolve rapidamente grazie all'intelligenza artificiale e il futuro appare sempre più incerto, il Clock of the Long Now vuole essere un invito a riflettere su come le nostre azioni possano influenzare il mondo per le generazioni a venire. Così come 100 Years e la Future Library, questo orologio non è solo un'opera ingegneristica, ma un manifesto concettuale che pone l'accento sull'importanza della pianificazione a lungo termine, della responsabilità intergenerazionale e della necessità di preservare la conoscenza, la cultura e il pianeta stesso per chi verrà dopo di noi.

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Ti vengono in mente altri progetti, promozionali o artistici, concepiti oggi per essere visti nel futuro? Scrivimeli tra i commenti: non vedo l'ora di scoprirli.

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