Cromatismi è un cortometraggio che nasce dentro le mura del Centro Diurno per l’Autismo presso Fondazione Auxilium e che si è proposto di restituire un’immagine sincera e documentaristica di un ambiente fatto di impegno quotidiano, sfide e momenti di autentica luce umana.
Oggi voglio raccontare un progetto molto speciale a cui ho avuto l’opportunità di partecipare: Cromatismi, cortometraggio che nasce dentro le mura del Centro Diurno per l’Autismo presso la Fondazione Auxilium a Trapani e che si è proposto di restituire un’immagine sincera e documentaristica di un ambiente fatto di impegno quotidiano, tante sfide e, soprattutto, momenti di autentica luce umana.
Nel mio lavoro quotidiano sono abituato a valutare ogni progetto in termini di sostenibilità economica, potenziale di crescita professionale e stimolo creativo. Proprio per questo, ho scelto di aderire a Cromatismi per rimettermi in gioco e vivere un’esperienza diversa dal consueto: un’occasione per spostare lo sguardo dal risultato al significato, e dare spazio a ciò che davvero conta. Continua a leggere se sei curioso di saperne di più.
Per Cromatismi ho Scelto un Approccio Documentaristico e Realistico
Di questo cortometraggio ho curato personalmente le riprese e il montaggio, contribuendo anche con alcuni suggerimenti sul tono narrativo da adottare durante le riprese, in accordo con la sceneggiatura scritta dagli operatori del Centro Diurno. Il mio intento è stato chiaro sin dall’inizio: restituire un’immagine autentica e priva di sovrastrutture, lontana da ogni forma di retorica o idealizzazione. Un racconto sincero e quasi intimo in grado di trasmettere il valore delle piccole grandi vittorie quotidiane di chi vive la struttura, e in questo senso, la sensibilità e la partecipazione dei protagonisti, Vincenzo Todaro e Andrea Tedesco, sono state determinanti per il risultato finale.
Durante le riprese ho cercato di catturare l’essenza reale del luogo, lasciando che la spontaneità dei momenti più intensi potesse trasparire in ogni inquadratura. L’idea era realizzare un corto con un linguaggio pulito e privo di artificiosità, insomma stare ben lontani da patetismi o soluzioni in stile “pubblicità progresso”. La scelta di riprendere in maniera quasi invisibile ha permesso di mantenere intatta l’umanità e la naturalezza degli attimi vissuti al centro, soprattutto nella parte finale del corto.


Parola d’Ordine: Lavoro di Squadra
Dietro Cromatismi c’è un team che ha saputo mettere insieme talento, passione e determinazione. La scrittura e l’interpretazione sono opera dell’equipe del Centro e dei ragazzi, che hanno collaborato fianco a fianco per trasformare questa esperienza in un’occasione di crescita e condivisione. L'impulso iniziale è venuto da Anna Mauro, Enrica Troìa, Teresa D'Amico, Massimiliano Errera e Giuseppe La Sala, con il supporto qualificato della dott.ssa Cinzia Brignone, Valentina Bellomo e Rossana Scardino. Rispetto alla “sceneggiatura”, un contributo particolarmente originale è arrivato da Danilo Fodale - attore e regista teatrale con cui collaboro da anni - che ha saputo arricchire la narrazione introducendo un elemento simbolico di grande potenza visiva e poetica: le biglie. Un’immagine semplice, eppure capace di evocare significati profondi. Le biglie rappresentano infatti lo sguardo con cui i ragazzi osservano il mondo: uno sguardo riflesso, molteplice, che rimanda a infinite possibilità di interpretazione.
Ogni biglia ha un colore, una sfumatura unica, così come ogni persona ha un modo diverso – e prezioso – di abitare la realtà.
La sinergia che si è creata con i ragazzi e gli operatori del Centro ha reso questo progetto ancora più coinvolgente ed emozionante. Si è instaurata una dinamica fatta di leggerezza e profondità, di impegno e divertimento, che ha permesso a tutti i protagonisti – ragazzi e operatori – di esprimersi in modo autentico, senza filtri. Pur rimanendo ai margini del processo creativo, la mia esperienza è stata arricchita dalla consapevolezza di aver preso parte alla nascita di una vera e propria opera narrativa, viva ed emotivamente densa, ben lontana dalla logica di uno spot freddo e distaccato. Un racconto che ha lasciato il segno in chi ogni giorno vive esperienze simili e riconosce, in quelle immagini, la propria quotidianità.


Cromatismi è Soprattutto Impegno Sociale
Accettare di partecipare a Cromatismi non è stata soltanto una sfida tecnica e artistica, ma soprattutto un’esperienza di impegno sociale autentico. La sfida c’era eccome: ho avuto pochissimo tempo a disposizione per le riprese e il montaggio, e ho dovuto trovare rapidamente un modo per entrare in sintonia con i ragazzi del centro, guadagnarmi la loro fiducia, farmi accettare nel loro spazio, nei loro tempi. In contesti come questo, il filmmaker non può semplicemente “riprendere”: deve osservare, adattarsi, ascoltare e, soprattutto, sparire dietro la camera per non interferire con l’equilibrio emotivo del luogo.
Durante le riprese del corto ho scelto consapevolmente di mettermi da parte, di abbracciare un’esperienza diversa, dove al centro non c’erano più la produzione o il risultato, ma le persone e la loro visione. Persone che vivono e lavorano ogni giorno in condizioni complesse, in cui comunicare ed essere ascoltati non è mai scontato. La decisione di aderire a questo progetto è nata anche dal desiderio di portare avanti, insieme a Piano9 Produzioni APS, una visione culturale e sociale che vada oltre i confini del videomaking tradizionale e si trasformi in impegno civile, formazione e esperienza sul campo. Legare Cromatismi all'associazione ha permesso di dare maggiore risonanza al messaggio che volevamo trasmettere: un messaggio di inclusione, attenzione alla fragilità e profondo rispetto per chi, ogni giorno, affronta sfide silenziose e spesso invisibili. Raccontare tutto questo con sincerità, evitando ogni forma di retorica o pietismo, è stato per me un vero privilegio.

La Presentazione e l’Impatto Emotivo
Le riprese di Cromatismi sono state realizzate con l’attrezzatura che utilizzo più spesso e che meglio si adatta al mio approccio documentaristico: camere Sony, ottiche fisse per una resa cinematografica e il versatile Tamron 70-180mm f2.8, perfetto per lavorare a distanza senza invadere lo spazio altrui. Per l’audio ho utilizzato i microfoni DJI Mic 2, pratici e affidabili in situazioni dinamiche, mentre per alcune riprese aggiuntive ho impiegato la DJI Pocket 3, che mi ha permesso di correre senza fatica. Le sessioni di ripresa si sono svolte in tre pomeriggi, con la massima attenzione a non alterare la quotidianità del Centro e rispettando i tempi e gli equilibri di ragazzi e operatori. Il montaggio è avvenuto nell’arco di una settimana, interamente realizzato su Premiere Pro, per riuscire a presentare il cortometraggio in tempo per il 2 aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo.
La proiezione ufficiale è avvenuta presso il Teatro di Villa Betania, a Valderice, alla presenza dell’equipe, dei ragazzi e delle loro famiglie. L’emozione in sala era palpabile: vedere per la prima volta la storia completa e i protagonisti riconoscersi sullo schermo, ha generato un impatto profondo. Rimanere dietro le quinte, mi ha permesso di vivere quell’esperienza con un’intensità ancora maggiore, quasi fosse un momento privato condiviso con loro. Più di ogni altra cosa, ciò che porto con me è l’idea di aver contribuito a creare uno spazio di espressione: un piccolo laboratorio creativo in cui tutti hanno potuto raccontarsi, mettersi in gioco, vivere un momento diverso dal consueto e sentirsi, davvero, protagonisti.

Vuoi saperne di più dell’avventura di Cromatismi? Se sei curioso di come abbiamo lavorato e vuoi unirti alla squadra, contattami.