Qualche consiglio per costruire un’ottima reputazione nell’ambiente in cui lavori attraverso la relazione con i clienti, con i collaboratori, con i colleghi.
In un precedente articolo, qui sul mio blog, ti ho raccontato quali sono le nozioni base (e molto pratiche) da conoscere per avviare la tua attività da videomaker: come aprire la Partita Iva , qual è il Codice Ateco che identifica la professione, iscrizione all’Inps e contributi previdenziali. Una volta sbrigate queste incombenze fondamentali, è ora di iniziare con il piede giusto. Ma cosa vuol dire cominciare bene, se non trovare i clienti più adatti a te?
In questo articolo ti dò qualche consiglio su come costruire, passo passo, la tua reputazione di filmmaker nell’ambiente in cui lavori attraverso la relazione con i clienti, con i collaboratori, con i colleghi. Il tutto senza spendere un euro. Vedrai che, con un po’ di pazienza e lo spirito giusto, non sarai tu a cercare lavoro ma il lavoro che cercherà te. Questi consigli si applicano a qualsiasi contesto lavorativo, per cui, anche se non sei un videomaker alle prime armi, continua a leggere: potrebbero tornarti utili.
1. Tratta i tuoi clienti con rispetto e professionalità
Puoi investire risorse in pubblicità, in ads su motori di ricerca e social ma nessun marketing sarà mai efficace come il passaparola: un cliente che parla bene di te a un’altra persona in cerca di un professionista è la pubblicità più potente che esista. Se i tuoi clienti (seppur pochi) si trovano bene con te e sono soddisfatti dei tuoi servizi non solo tenderanno ad affidarti i lavori di cui hanno bisogno, ma ti consiglieranno ad altri possibili interessati.
L'approccio migliore che puoi adottare quando offri i tuoi servizi – soprattutto se si tratta di qualcuno che non li ha richiesti o che, ancora, va convinto - è essere professionale e rispettoso. Spiega con calma come lavori, i dettagli del tuo preventivo, la tua filosofia di videomaker, i collaboratori che scegli. Inoltre crea dei preventivi dettagliati che mettano il cliente nelle condizioni di capire cosa stanno effettivamente acquistando (ad esempio, fai presente che il girato integrale non è mai incluso, tranne in alcuni casi).
Anche se il contatto non andrà subito in porto, il cliente apprezzerà la tua professionalità e ti vedrà non come qualcuno che sta cercando a tutti i costi di essere ingaggiato ma come appassionato e convinto. Alla fine dell’incontro ringrazia il cliente per il suo tempo e lasciagli le tue informazioni di contatto (telefono, e-mail, sito web): a volte le persone non sono in grado di prendere subito una decisione ma, a mente fredda e dopo avere verificato chi sei e cosa sai fare, potrebbero volerti ringraziare.
Nel caso in cui i clienti ti lascino i loro recapiti, non angosciarli con telefonate e messaggi per avere un riscontro. Inoltre non cedere mai i loro contatti ai colleghi! Rispetta sempre i tempi e la privacy dei tuoi clienti se vuoi mantenere con loro un rapporto sano (e non incorrere in potenziali problemi legali). Unico neo del passaparola è la lentezza: per ottenere dei riscontri dovrai attendere diversi anni.
2. I tuoi collaboratori potrebbero diventare i tuoi datori di lavoro
Un esempio tipico, che mi riguarda da vicino? La relazione tra videomaker e fotografo oppure tra filmmaker e wedding planner: alcune delle relazioni che ho stretto con professionalità con cui collaboro regolarmente in eventi o matrimoni hanno finito per diventare miei clienti. Un fotografo deve scattare a una manifestazione in cui si cerca anche un videomaker? Se sono stato un buon partner professionale, è me che chiama. Un wedding planner apprezza la mia discrezione come reporter e il mio stile? Mi consiglia ai suoi sposi. Ma potrebbe capitare anche con assistenti e collaboratori pagati a chiamata: ragazzi/e alle prime armi che in futuro potrebbero insediarsi in questo settore meglio di quanto siate riusciti a fare voi. La chiave per farsi voler bene sul lavoro è mantenere un atteggiamento positivo, rispettare le competenze altrui senza voler interferire o spiegare agli altri come svolgere il proprio mestiere, ascoltare i bisogni altrui con curiosità e attenzione, anche dei pi1u giovani (diffidate da chi esercita il nonnismo per dimostrare di valere qualcosa).
Fai sempre rete con quante più persone possibile, indipendentemente dal fatto che lavori con loro o meno, o che possano sembrarti mestieri lontani dal tuo. Musicisti, scrittori, stilisti, esperti di comunicazione, sviluppatori informatici… le professionalità che, in questo momento, si rivolgono a un videomaker sono tantissime. Nel dubbio meglio mostrarsi collaborativi e curiosi. Sempre con umiltà e autenticità: se lo fate mossi da interessi o doppi fini, prima o dopo verrete scoperti e perderete la possibilità di diventare delle persone migliori e un punto di riferimento nel settore lavorativo che avete scelto di cavalcare.
3. Coltiva la relazione con i colleghi
Nel nostro mestiere non si tratta solo di andare d’accordo con gli altri videomaker, ma di dedicare del tempo a fare con loro rete. Coloro che svolgono il tuo stesso lavoro sono infatti quelli che possono farti crescere professionalmente e aiutarti a consolidarti in questo settore. Soprattutto se si tratta di videomaker con più esperienza e ben radicati nella propria comunità.
Se stai leggendo queste righe è probabile che, come me, tu sia un freelance: lavorare da soli ha molti vantaggi ma innumerevoli lati negativi. Il primo è la solitudine. A chi chiederai un consiglio di attrezzatura oppure un feedback su quell’azienda che ti ha contattato ma ti desta qualche dubbio? Chi può suggerirti un nuovo corso di formazione da seguire o passarti un lavoro quando è troppo oberato per farcela da solo? I colleghi sono la tua squadra, sempre, anche quando il tuo stile è diverso o vi occupate di ambiti differenti.
Oltre a coltivare i rapporti con la comunità del posto in cui abiti (io sto a Trapani, che è un piccolo centro, e tra videomaker ci conosciamo tutti; ma sono certo che anche nelle grandi città c’è modo di fare rete attraverso luoghi di incontro ed eventi), ricorda di iscriverti a gruppi di professionisti di settore sui social network oppure in siti web specializzati. Il mio preferito su Facebook è La vita di un montatore video (un topic della community, in particolare, mi ha dato lo spunto per scrivere questo articolo).
E se cerchi collaboratori, non dimenticare – ancora una volta - di mettere al primo posto il rispetto. Tratta i colleghi come vorresti che loro si rapportassero a te. Contatta le persone con tatto e gentilezza, spiega loro il lavoro in cui vuoi coinvolgerli, il compenso, l’impegno. Può essere utile prepararti un elenco di domande per aiutarti a capire chi è il videomaker che hai di fronte e cosa fa. Se possibile discutete di tutto questo di persona, davanti a un caffè, oppure per telefono: arrivare all’incontro con già le idee chiare del profilo del tuo collega aiuterà a mostrarti interessato a lui e a rispettarlo come professionista.
4. Non abbassare il budget
Sfatiamo la convizione comune secondo la quale l'abbassamento del budget da parte del videomaker è direttamente proporzionale all'aumento dei clienti, soprattutto in periodo di crisi. La verità è che otterrete l'effetto contrario: i clienti vi sottovaluteranno e sarete costretti a svolgere qualsiasi lavoro pur di fare cassa, anche se possedete delle capacità sopra la media. Questo tipo di ragionamento è profondamente sbagliato soprattutto da un punto di vista matematico, perchè vi costringerà a lavorare il doppio (se va bene) rispetto alla concorrenza a parità di entrate.
Ricordate inoltre che una volta che vi sarete posizionati nel vostro specifico segmento, sarà molto difficile rimodulare la percezione che i clienti si saranno fatti di voi. Perciò vi consiglio di proporre degli sconti quando non intendete perdere un contatto importante, anzichè partire da cifre ridicole che vi faranno competere solo ed esclusivamente con i cugini (tanto vale farlo gratis, se il progetto può essere utile per la vostra crescita professionale). Infine, imparate ad autovalutarvi prima di scrivere qualsiasi preventivo: il budget deve riflettere le vostre competenze, confermare le vostre esperienze e skills. Sovrastimarsi o sottostimarsi quasi sempre sono le cause principali del vostro stallo economico-finanziario.
5. Rispetta te stesso
Cosa intendo quando ti suggerisco di «rispettare te stesso»? Di dedicarti tempo, di coltivare con curiosità la tua passione, di studiare e applicarti con impegno e divertimento al lavoro che hai scelto. Se ti trovi in un periodo in cui le cose vanno bene, non montarti la testa e resta umile: anzi, trova il modo per aiutare i colleghi che stanno attraversando un momentaccio. Se, invece, sei tu quello in difficoltà perché i clienti non arrivano… non arrenderti e ricomincia da ciò che ami: iscriviti a corsi di formazione, apri nuovi canali e collaborazioni, chiedi aiuto ai colleghi.
Questo lavoro non è sempre semplice: rimarrai bloccato, sarai stanco, andrai in crash per troppo lavoro o avrai l’umore nero per i clienti che non arrivano o i pochi soldi. Ma con il tempo, la pratica e un po’ di ottimismo saprai destreggiarti tra alti e bassi, mettendo da parte i soldi per i momenti più difficili (ci siamo passati tutti dal Covid, in fondo!) e saprai ricominciare da capo. Finché sei disposto a metterti in gioco, hai in mano la tua carriera.
Spero che i miei consigli ti siano stati utili. Vuoi saperne di più sulla professione del filmmaker freelance o sei interessato a collaborare? Scrivimi: sarò felice di fare due chiacchiere.