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I film acclamati dalla critica che trovo soporiferi (dal 2020 al 2023)

31/12/2023 07:00

Vito Sugameli

Top e Flop, Film,

Film acclamati dalla critica che trovo soporiferi

Hai presente quei film premiati agli Oscar e acclamati dalla critica che si reggono su performance straordinarie?

Curioso di sapere chi è entrato nella mia selezione? 

Anche tu sei uno di quelli che, a fine anno, fa classifiche di ogni cosa? I libri migliori, le serie tv migliori, i film migliori. Io, invece, non sono mai stato un appassionato: la verità è che faccio fatica a mettere in ordine di gradimento ciò che vedo e tendo a dimenticarmi dei prodotti mediocri, privilegiando quelli che ho amato. Quanto ai film che detesto… quelli me li ricordo fin troppo bene e, anzi, mi fanno arrabbiare quando sono eccessivamente noiosi.

 

Così quest’anno ho deciso di fare una mia personale classifica collegata ai film usciti tra il 2020 e il 2023: è un elenco dei film più amati dai critici cinematografici e da tutti coloro che si ritengono esperti di cinema… che io ho detestato. Anzi di più: secondo me, se vuoi diventare filmmaker dovresti vederli per renderti conto che anche i più grandi possono sbagliare e che i premi, in fin dei conti, non valgono nulla. Curioso di sapere chi è entrato nella mia selezione? Continua a leggere.

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The Northman, la delusione vichinga di Eggers

Ho amato tantissimo i due progetti precedenti di Robert EggersThe Lighthouse e The Witch, film eclettici sotto molti aspetti, ma a dispetto di un trailer promozionale eccezionale, il terzo lavoro del cineasta statunitense mi ha irritato e annoiato a morte. A tratti mi pareva di vedere una serie tv tedesca da sabato pomeriggio - tipo Viking, per stare in tema - però con boschi, rituali e stranezze varie. In The Northman neppure le scene d’azione funzionano, e questa è forse - per me che sono un appassionato di action - l’onta peggiore. Per non parlare di un finale telefonato e prevedibile già dal prologo. Il flop commerciale è stata la dura conseguenza.

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Quello che non ho capito di Licorice Pizza

Anche qui, forse, parte della mia delusione è probabilmente dovuta al fatto che amo follemente Paul Thomas Anderson - considero The Master e Il petroliere tra i migliori film mai realizzati – ma Licorice Pizza è, secondo me, la sua opera più noiosa, priva di ispirazione, superficiale. La mia recensione? Eccola: due ore di film che sembrano dieci, piene di battute motivazionali da quattro soldi. Giuro, non capisco perché sia piaciuto a così tanti critici.

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The Batman: pietà per i fan

Chi mi conosce sa che per Batman ho una specie di venerazione: sono un lettore dei fumetti, un collezionista di oggetti, uno spettatore di qualsiasi cosa sia stata mai realizzata su di lui in tv o al cinema. Con i film di Burton sono cresciuto, con quelli di Schumacher ho riso, con Nolan ho pianto di gioia. The Batman è stato la tortura che non mi meritavo. 

 

Perché? Tutto ciò che non è già visto (la relazione tra Bruce e Alfred, il trauma paterno, gli enigmi da scuola elementare) era qualcosa di cui non avevamo bisogno (il legame con Selina, il Batman più depresso di sempre). Peccato solo per l’Enigmista di Paul Dano, che da intelligente diventa folle, per il Joker meno interessante della storia e per il Pinguino di Colin Farrell, che poteva dare gioie degne dei Batman anni 2000.

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Il sopravvalutato Don’t Look Up

Un film che è piaciuto a tutti e ancora oggi non ho capito perché. Senza dubbio, l’intenzione di presentare una commedia surreale come un dramedy profondo è riuscito alla perfezione: sembrava a un certo punto che Don’t Look Up fosse il miglior film mai realizzato nella storia del cinema. Non lo è: è solo una commedia che si sente molto intelligente - e che fa sentire chi la guarda intelligente - ma che non va mai a fondo (un esempio? L'intera sequenza di Ariana Grande, una sorta di critica alla nostra cultura che però non dice niente). Uno di quei film da Netflix che diventano virali per qualche settimana, ma poi finiscono nel dimenticatoio. Di Adam McKay ho preferito La grande scommessa, che almeno aveva un ritmo irresistibile.

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Nomadland, una noia mortale

Ancora non mi spiego come mai nel 2021 questo film abbia vinto l’Oscar: forse eravamo intorpitidi da un anno di pandemia e la storia di una donna a zonzo negli USA sul suo furgone è parsa una cosa straordinaria. Personalmente, Nomadland è uno dei film più soporiferi che abbia mai visto. Salvo solo Francis McDormand, una delle migliori attrici in circolazione: per il resto ho avuto la sensazione per tutto il minutaggio che non ci fosse neppure una vera storia o che, nella migliore delle ipotesi, questa non andasse da nessuna parte. Evidentemente c’è qualcosa in questo acclamatissimo caso cinematografico che non riesco ad afferrare.

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La delusione di Pinocchio di Guillermo del Toro 

Bello e ben realizzato ma, a parte questo, l'intreccio di Pinocchio di Guillermo del Toro non funziona nemmeno un po’: è come se fosse un pasticcio di ingredienti che, messi insieme, non stanno proprio bene. Sarà che, anche qui, avevo grandi speranze - mi piacciono i film d'animazione in stopmotion e questo prometteva di essere particolarmente creativo – ma, al netto di una produzione nel complesso ben realizzata, il risultato è fiacco. Unica nota davvero da menzionare: l’aspetto di Pinocchio che, con la sua pelle di legno, i lineamenti nodosi e i capelli di corteccia, sembra proprio avere modernizzato l’estetica del celebre burattino.

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Sto pensando di finirla qui, ovvero: cosa sto guardando?

L’inizio è promettente e le performance stellari: eppure più va avanti e più Sto pensando di finirla qui peggiora. Il genio Charlie Kaufman, che ha scritto e diretto meraviglie (Eternal Sunshine of the Spotless Mind, Il ladro di orchidee, Essere John Malkovich), qui ha realizzato un pastone incoerente e privo di una direzione. Alla fine, da spettatori, si resta a occhi sgranati davanti allo schermo intenti a trovare risposte ai misteri nascosti nel film. Non so se sono stato l’unico ma, giuro, non mi succedeva da tanto di guardare una pellicola domandandomi tutto il tempo cosa stesse succedendo sullo schermo. Un film troppo sofisticato e citazionista?

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