L’Irlanda delle contraddizioni ritorna dopo L’isola degli spiriti di Martin McDonagh, con una storia rurale esile ma efficace, fatta di sguardi e silenzi, che increspa l’anima e fa riflettere come le onde del mare riflettono la realtà alterandone le forme. Nel film, Brian (Paul Mescal) fa ritorno a casa dopo diversi anni di permanenza in un luogo imprecisato dell’Australia, destabilizzando gli equilibri familiari, soprattutto quelli della “mamma chioccia” Aileen (Emily Watson) che dovrà mentire per salvaguardare l'incolumità del figlio.
Uno sguardo femminile non scontato
Sebbene si capisca dalle prime battute la traiettoria tracciata dalla sceneggiatura, la regia prende strade non convenzionali. Saela Davis e Anna Rose Holmer dimostrano di possedere la giusta sensibilità per mettere in scena il contesto socio/culturale di un piccolo e sperduto villaggio di pescatori che - qui sta il primo di una lunga serie di paradossi - non hanno mai voluto imparare a nuotare. Per gli uomini del villaggio il mare rappresenta tanto la vita quanto la morte e i cui pericoli non intendono approfondire, nè fare tesoro delle risorse messe a disposizione dalla natura. Tradizione che diventa allegoria.
Il villaggio fa da sfondo alla vicenda ma è così importante da diventare esso stesso un personaggio, con le sue zone d'ombra e i panorami spettrali, fotografato come se fosse un luogo dell'orrore e del mistero. In effetti, il film scava a fondo nell'animo umano e nella morale di una mamma, costretta a scegliere tra integrità e amore, tra verità e menzogna senza soluzione di continuità.
Dramma contemplativo
Le due registe newyorkesi sanciscono il loro sodalizio cinematografico dopo averlo sperimentato con The Fits (2015), questa volta entrambe sedute in cabine di regia ma con esiti altalenanti. Creature di Dio vuole essere potente e contemplativo, riuscendoci in parte quando le registe non si spingono troppo a largo, con soluzioni formali asincrone rispetto allo sviluppo emotivo della storia. Non aspettativi un thriller teso alla Ami Canaan Mann (figlia del più famoso Michael) come Le paludi della morte e neppure un dramma dalla sceneggiatura brillante come Il dubbio di John Patrick Shanley.
Qui le registe lavorando di sottrazione: non esasperano la violenza che, piuttosto, fa da leva per focalizzare l'attenzione sulle reazioni di un villaggio patriarcale che appare privo di sensibilità e cuore. Il ritmo compassato e l'estetica setacciano il cinema scandinavo senza però tradire la tradizione, per porre lo spettatore al centro di una riflessione che lo identifica come uomo, prima ancora che come fruitore. Uno sguardo femminile che diventa dominante con il proseguo della storia, dove l’uomo è relegato a comparsa passiva (eccetto per il padre di Brian) ma con il quale è inevitabile fare i conti. La forza della messa in scena sta tutta qui, nell’avere un’identità ben definita e che non ha paura di trascinare lo spettatore in una spirale dal ritmo poco avvincente.
Quando la tecnica è al servizio della storia
Creature di Dio (in originale God's Creatures) è un fulgido esempio di visione registica e competenze tecniche che si pongono al servizio della storia. Il matrimonio tra suoni e immagini, tra musica e messa in scena, è splendido e contemplativo. Bastano pochissime inquadrature per innescare suggestioni e differenti livelli di lettura; è un cinema orgogliosamente indipendente, svincolato dalle regole del mainstream (non a caso la A24 figura tra le società che hanno prodotto il film), quasi ridotto all’osso, fotografico e austero, che non approva facili soluzioni.
Un esempio di lungometraggio indipendente che i giovani Filmmaker dovrebbero studiare per imparare ad utilizzare con intelligenza le transizioni sonore e utilizzare la musica in modo dissonante quando funzionale (musica da film, per fortuna, che da Joker di Todd Philips in poi ha subìto un profondo rinnovamento, dando spazio a donne e approcci differenti rispetto al passato). E infine, per imparare a collocare strategicamente la macchina da presa sui volti dei personaggi, i quali non hanno bisogno di infinite linee di dialogo per palesare le loro intime fragilità. Dopotutto, sia nella luce che nell’ombra, siamo tutti creature di Dio.
Curiosità sul film Creature di Dio
- Le località delle riprese includono Cladnageragh, Teelin, Kilcar, Killybegs, & Glencolumcille - tutte le città e villaggi situati nella contea di Donegal, in Irlanda.
- Il film è stato presentato in anteprima al Festival del cinema di Cannes il 19 maggio 2022. Successivamente è stato rilasciato nei cinema degli Stati Uniti il 30 settembre 2022. In Irlanda è arrivato il 23 marzo 2023, seguito dal Regno Unito il 31 marzo, mentre in Italia è stato distribuito da Academy Two il 4 maggio 2023.
- Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, il 90% di 92 recensioni è positivo, con una valutazione media di 7,2/10.
- La produttrice del film Fodhla Cronin O’Reilly è cresciuta in un villaggio simile di pescatori nella contea di Kerry, sulla costa occidentale irlandese. Da qui l’idea per il film: «Volevo raccontare una storia sul mondo da cui provengo, volevo parlare della vita dura dei pescatori locali che combattono contro un mare crudele; volevo mostrare come questo paesaggio fatto di onde ostili può offrire un alone di epicità anche alle vite più umili. In questo paesaggio primitivo che sembrava tenerci tutti alla sua mercé, un disaccordo sulle licenze di pesca delle ostriche poteva assumere l’importanza di un grande conflitto territoriale. Qui, il banale e l’ordinario sembrano allargarsi fino ad entrare nel regno della mitologia».
Frasi dal film Creature di Dio
- Il vento delle scorse settimane mi ha tenuta sveglia tutte le notti.
- Immagino che ogni casa qui abbia gli stessi fantasmi.
- È rimasto tutto com’era una volta.
- Riconosco il tratto di famiglia. I maschi sono maschi.
- Abbandoni una terra solo per scoprire che non te ne libererai mai.
- Sappiamo tutti e due che è una bugia.
- Avete tutti chiuso gli occhi.
- Per chi mi hai preso mamma? Tu hai questa immagine terribile di me!
- Non provi niente? Non hai un cuore?!
- È come se il mondo si fosse capovolto.
Titolo originale: God's Creatures
Genere: drammatico
Paese, anno: Irlanda, Gran Bretagna, USA 2022
Regia: Saela Davis, Anna Rose Holmer
Sceneggiatura: Fodhla Cronin O'Reilly, Shane Crowley
Fotografia: Chayse Irvin
Montaggio: Jeanne Applegate, Julia Bloch
Musiche: Danny Bensi, Saunder Jurriaans
Attori: Aisling Franciosi, Emily Watson, Paul Mescal, Isabelle Connolly, Marion O'Dwyer, Toni O'Rourke, Brendan McCormack, Declan Conlon, Steve Gunn, Sarah Kinlen
Distribuzione: Academy Two
Produzione: Nine Daughters, A24, BBC Film, Fís Éireann / Screen Ireland, WRAP Fund
Durata: 94'
Data di uscita: 4 maggio 2023
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