A chiusura di questo 2022, ecco le esperienze visive – videogiochi, film, serie tv – che quest'anno mi hanno colpito positivamente e ispirato, facendomi venire voglia di girare qualche cosa di nuovo.
Non è forse questo il momento dell’anno in cui tutti scrivono classifiche su qualsiasi cosa? E allora anche io non voglio mancare all’appello: di seguito ecco videogiochi, film, serie tv e prodotti visivi che mi hanno ispirato, al punto da avere voglia di girare qualcosa di nuovo anche io! Premetto che non si tratta necessariamente di prodotti usciti nel 2022, piuttosto di opere audiovisive e di intrattenimento che ho recuperato nel corso di quest'anno.
A seguire, per onestà, ho anche segnalato brevemente le esperienze visive che sono state davvero deludenti (non voglio essere offensivo). Se siete un po’ curiosi, continuate a leggere.
Days Gone: il videogioco più incompreso del decennio
Finalmente quest’anno ho avuto modo di giocare a Days Gone (riscattato con il Playstation Plus di aprile), videogioco action-adventure del 2019, sviluppato da Bend Studio e pubblicato da Sony Interactive Entertainment per PlayStation 4. Si tratta di sopravvivere alle sfide e agli orrori di un mondo post-apocalittico, situato a nord-ovest del Pacifico, tra natura selvaggia e pericoli di ogni genere. Chi gioca veste i panni di Deacon St. John, motociclista fuorilegge e cacciatore di taglie, che esplora insediamenti abbandonati alla ricerca di attrezzatura per fabbricare oggetti e armi di valore, difendendosi con ogni mezzo dagli altri sopravvissuti che cercano di farcela tanto quanto.
Perchè mi è piaciuto così tanto? Certamente per l’ambientazione bellissima e l'atmosfera suggestiva, con un paesaggio ostile che va dalle foreste fittissime ai campi di lava del deserto, dove piccole città survivor sono segnate dall’attività vulcanica. Durante il gioco, inoltre, si può scegliere di guadagnarsi da vivere onestamente con il commercio o ricorrendo ai mezzi più violenti. Infine ci sono i Freakers, creature feroci nei confronti delle quali ogni mossa sbagliata… può essere l’ultima. La scrittura e il doppiaggio mi hanno conquistato: è un'opera matura, emotivamente coinvolgente e stratificata, supportata da un gameplay godibilissimo (uccidere le orde è indubbiamente l'attività più divertente). Sfortunatamente Days Gone è stato bistrattato dalla stessa Sony a causa delle vendite poco esaltanti, il game director John Garvin ha lasciato Bend Studio e il sequel è stato ufficialmente cancellato, nonostante la petizione su Change.org abbia superato le 190.000 firme.
Una Serie TV contraddittoria: Gli Anelli del Potere
Le polemiche non sono mancate e, forse, tra voi che leggete ci sono dei convinti haters: ma The Rings of Power, la nuova serie tv Prime Video tratta da Tolkien (la più vista di sempre su Amazon, con 25 milioni di spettatori nelle prime 24 ore) mi ha lasciato a bocca aperta per lo splendore visivo e la sua ricchezza. Questa meraviglia, che non provavo da tanto e che mi si è attaccata addosso sin dalle prime inquadrature, mi rende difficile vedere gli oggettivi difetti di Gli Anelli del Potere (eventi telefonati, scrittura poco ispirata per una lunga serie-premessa di otto episodi dal ritmo altalenante). Fortunatamente J.A. Bayona, regista dei primi due episodi nonché produttore esecutivo della serie, ha lasciato la sua impronta e si vede (lo seguo dal suo bellissimo film d'esordio, The Orphanage).
Di certo, il lavoro non era facile - dopo i capolavori di Peter Jackson e dopo gli umori tiepidi che hanno accompagnato la saga de Lo Hobbit – eppure Gli Anelli del Potere, a fronte di una spesa complessiva di 465 milioni di dollari, riesce nell'impresa di portare in tv il mondo fantasy di Tolkien. A parte la magniloquenza, comunque, credo che Gli Anelli del Potere vada guardato con calma e predisponendosi alla bellezza, senza aspettarsi i ritmi frenetici delle serie Netflix più popolari ma attendendo fiduciosi i momenti d’azione e di esaltazione. Che, sono sicuro, arriveranno con le prossime stagioni.
Blonde è il mio film del 2022
Andrew Dominik si odia o si ama. Personalmente, lo amo dai tempi di L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford e Cogan - Killing Them Softly. Chi si aspettava da Blonde, sua ultima opera distribuito da Netflix, un biopic celebrativo su Marilyn Monroe è stato deluso: il film è, piuttosto, un ritratto gotico ed esasperato della diva, una critica sociale che sfrutta l'icona per far emergere il maschilismo dilagante. L'attrice cubana Ana de Armas è la perfetta protagonista in un film che si destreggia tra passato e presente, alternando gli incubi dell'infanzia ai drammi dell’età adulta, passando per tutti i traumi subiti da Marilyn (stupri, mariti violenti). Persino le tanto chiacchierate sequenze del feto non mi hanno così sconvolto: in un film che, a tratti, si tinge di horror, ci stavano anche quelle.
Ricordo infine che il film é basata sull'omonimo romanzo del 1999 di Joyce Carol Oates, liberamente ispirato alla vita di Marilyn. Insomma, l'opera di partenza non è tra le più attendibili. Il più grande pregio di Dominik con Blonde è di aver infranto le barriere del politicamente corretto (un'altra piaga dilagante dell'ultimo decennio).
Menzione speciale per American Animals, dal medesimo autore de L'impostore - The Imposter (2012): è un film che reinventa il termine docufiction con lampi di genio e notevoli abilità registiche. Bart Layton dimostra per la seconda volta consecutiva di essere un fuoriclasse da tenere d'occhio.
La sperimentazione che mi piace: Unsane di Steven Soderberg
Quest’anno ho recuperato una perla che non avevo mai avuto modo di vedere: Unsane di Steven Soderberg, film del 2018 che citavo scrivendo qui sul blog dei miei esperimenti video con l’iPhone. Si dà il caso, infatti, che le riprese di Unsane siano state effettuate interamente con iPhone, utilizzando l’applicazione per iPhone Filmic Pro, e sono durate circa una settimana.
Unsane conferma l’abilità di Steven Soderbergh alla regia, eppure non è per niente un banale esercizio di stile: lo stile di ripresa si adatta a un thriller psicologico con elementi slasher, ispirato da Polanski e Carpenter, e realizza momenti molto riusciti di suspense e terrore. In questa impresa Soderbergh si è divertito un mondo, riuscendo a esprimere al massimo la sua vena sperimentale ma anche – da vero maniaco del controllo quale è – ad accentrare su di sé ogni ruolo cinematografico, facendo da regista, direttore della fotografia e montatore.
Le peggiori visioni del 2022
Ed eccomi, infine, a parlare delle delusioni più grandi del 2022. Siccome ho iniziato con il miglior videogioco dell'anno, tocca anche citare il peggiore: L’Era Glaciale - La Strampalata Avventura di Scrat, con protagonista il famoso scoiattolo dai denti a sciabola e la sua solita ghianda. Un'avventura che non rende merito al protagonista, ricorda semmai i peggiori platform dell'epoca Playstation 2: grafica scarna, bug a profusione, animazioni legnose e una trama da far impallidire i Me contro Te. Per non parlare del gameplay: inqualificabile. Un videogioco da dimenticare (per me) e da evitare (per coloro che non lo hanno mai sentito nominare).
In testa al podio delle mie delusioni cinematografiche c’è di certo Velvet Buzzsaw, con Jake Gyllenhaal: un film scontato che vuole fare un po’ l’horror e un po’ il film d’autore - con tanto di satira al mondo dell’arte e del lusso - ma risulta solo insensato, goffo e superficiale come ciò che prende in giro. Avrei preferito infilarmi gli stuzzicadenti negli occhi e sanguinare durante la visione, anziché utilizzarli per reggere le palpebre... un film soporifero e irritante.
Citazione speciale anche per The Batman: dal reboot di Matt Reeves mi aspettavo molto di più (se vuoi approfondire, ti invito a leggere la mia recensione su Silenzioinsala).
Per finire in bellezza, anzi in bruttezza, Makari, la serie tv Rai: ambientata nel trapanese – tra le location c'è la Riserva dello Zingaro, Scopello, San Vito Lo Capo, Erice, Marsala - questo show mi fa arrabbiare ogni volta che lo vedo per la quantità di denaro, maestranze e mezzi sprecati per girare un prodotto derivativo, vecchio e persino un po’ ridicolo. I personaggi non vengono mai approfonditi, lo stile "smarmellato" è quello della solita fiction Rai e la recitazione lascia molto a desiderare. Ci meritiamo davvero di meglio dal cinema e dalla tv italiana.
E per voi, quali sono state le migliori (e le peggiori) esperienze visive - film, serie tv, videogiochi - di questo 2022? Fatemelo sapere nei commenti al post oppure scrivimi, sono curioso!