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Nobody is Normal: il cortometraggio di Childline usa lo stop motion per rassicurarci

13/11/2022 22:00

Vito Sugameli

Visti sul Web, Video Virali,

Nobody is Normal: il cortometraggio di Childline usa lo stop motion per rassicurarci

Childline commissiona a Catherine Prowse un toccante spot in stop motion per raccontare ai bambini che nessuno è normale. E va bene così.

Visti sul web è la rubrica in cui analizzo video, spot e contenuti trovati sul web che mi hanno ispirato.

Forse l’ho già raccontato altre volte su questo mio blog, ma uno dei temi che mi affascina di più - sia da autore sia da essere umano - è quello del freak, del diverso: per intederci, le storie tanto care a Tim Burton. Forse perché anche io, in passato (e ancora oggi!), mi sono sentito spesso quello fuori dal coro. Per questo motivo, quando ho visto lo spot in stop motion commissionato da Childline alla animatrice britannica Catherine Prowse per pubblicizzare i loro servizi di consulenza per bambini e ragazzi in difficoltà, ho pensato «Ok, questa è una cosa di cui voglio parlare». Eccomi allora a raccontare, in questa nuova puntata della rubrica Visti sul Web, il piccolo e bellissimo cortometraggio Nobody is Normal.

Lo spot di Childline racconta che nessuno è normale

Non è rilassante dirlo ad alta voce? Provateci: nessuno è normale. È questo il titolo dello spot di Childline: Nobody is Normal, prodotto da Rowdy e Blinkink e diretto dalla stop motion animator Catherine Prowse. Il video racconta, in un minuto e venti secondi circa, quanta fatica costi fingere di essere come gli altri, e quanto tutto ciò sia ancora più difficile e stressante per bambini e adolescenti. Sulle note di Creep dei Radiohead, vediamo una creatura che ogni mattina indossa una maschera di bambino per uscire di casa nei panni di "uno qualsiasi", andare a scuola e vivere l’intera giornata sotto copertura. Tutto questo fino a che, come è tradizione, durante l'immancabile ballo di fine anno, il nostro protagonista scopre di non essere il solo a prestarsi a questo camuffamento e che il desiderio di essere accettati è comune ad altri suoi coetanei e coetanee. Da qui la presa di coscienza: la normalità non esiste e, se nessuno è normale, tutti lo sono. Fa sentire meglio anche voi, vero?

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Chi è Childline e qual è il messaggio

Childline è un servizio di consulenza per bambini e teenager fornito dalla National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC), ente di beneficenza britannico per la protezione dell'infanzia . Tra i compiti di Childline c’è offrire assistenza e supporto (per lo più telefonica) ai più giovani in numerose eventualità, dalla depressione ai casi di bullismo, violenza e abuso. Sul loro sito ufficiale si legge «A volte può essere difficile sentirsi diversi. Ma noi siamo qui per te, qualunque cosa tu stia passando»: il servizio, quindi, è rivolto non solo ai genitori ma soprattutto ai bambini.

 

E ai bambini si rivolge lo spot, che fa parte di una campagna attivata nel 2021 per affrontare i numerosi casi di depressione, isolamento e disagio segnalati dai giovani dopo il trauma e l’isolamento del Covid-19. Tutte le iniziative messe in campo si riunivano proprio attorno all’hashtag #NobodyisNormal.

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Perché lo spot di Childline colpisce nel segno

Il problema di molti spot dedicati a bambini e ragazzi, commissionati da aziende ma anche da enti benefici e ONG, è che non si rivolgono quasi mai specificatamente a questo tipo di pubblico: generalmente, le agenzie pubblicitare considerano uno spersonalizzato spettatore x, solitamente targettizzato come adulto. Però, comunicare ai grandi non è parlare ai piccoli né agli adolescenti. Di conseguenza, come è ovvio, queste campagne sono spesso retoriche, inefficaci e persino un po’ ridicole.

 

Childline invece vuole raggiungere davvero i destinatari del suo messaggio, parlare e intercettare tutti quei bambini e ragazzi che si sentono fuori posto. Per farlo, quindi, affida il progetto all’animatrice britannica Catherine Prowse, vincitrice di importanti premi (tra cui il Cannes Lion, il Clio e il Royal Television Society Award) e già collaboratrice di realtà del terzo settore come Greenpeace, Oxfam e Amnesty International. Lo scopo: realizzare un corto che utilizza proprio il linguaggio più amato dai piccoli, l’animazione stop motion. Il risultato: strabiliante. Solo il video del making of di Nobody in Normal merita una visione estasiata.

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Prowse, infatti, rende protagonisti della storia alcuni puppet di stoffa e plastilina, facendosi guidare nei movimenti e nel montaggio dalle atmosfere sognanti e riflessive del brano Creep dei Radiohead, pezzo del 1992 che tutti noi ricordiamo come una sorta di inno alla diversità: «I wish I was special, but I’m a creep, I’m a weirdo». E, aggiungerei io, riallacciandomi al messaggio dello spot di Childline, è tutto perfettamente normale... visto che nessuno è normale.

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Conoscevi il corto di Catherine Prowse per Childline? Se vuoi suggerirmi un video che hai visto sul web e che ti ha colpito, per la sua tecnica sensazionale o per il contenuto, scrivimi nei commenti qui sotto o contattami. Sono curioso!