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Il glossario del filmmaker: le parole che dovresti conoscere

02/10/2022 23:00

Vito Sugameli

Filmmaking, Wedding Film, Piano9,

Il glossario del filmmaker: le parole che dovresti conoscere

Inquadratura, 4K, compressione: ecco 5 parole che devi proprio conoscere se vuoi avere a che fare con chi fa video.

Inquadratura, 4K, compressione: ecco 5 parole che devi proprio conoscere se vuoi avere a che fare con chi fa video.

Conosco bene quella sensazione, che mi ricorda soprattutto gli inizi del mio lavoro, in cui ti trovi in mezzo agli altri filmmaker - magari, gente con più esperienza di te – e alcune, non tutte, le cose che dicono ti sembrano arabo. Allo stesso tempo, posso solo immaginare quanto disorientati e confusi possano sentirsi i clienti quando decidono di affidare a un professionista la loro immagine video e questo sciorina una parola tecnica dopo l’altra, senza mai spiegare davvero di che cosa stia parlando.

 

Ecco perché mi è venuto in mente di scrivere questo articolo, una specie di glossario del filmmaker: 5 parole che devi conoscere se vuoi avere a che fare con chi fa video.

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1. Inquadratura

Iniziamo, letteralmente, dall’abc. Si definisce inquadratura, nei manuali di cinema, la quantità di spazio che la macchina da presa registra in un certo tempo. In altre parole, l'inquadratura è composta da un insieme di fotogrammi girati senza interruzione nè stacchi.

 

La somma di più inquadrature, se girate in una stessa unità spaziale, dà vita alla scena: sul set le scene sono definite dai set - ovvero i luoghi, le location e le ambientazioni in cui si svolge l’azione - e, per questo, vengono sempre numerate in modo da aiutare la produzione e anche il montaggio a ritrovarle. Più scene, girate in ambienti diversi, fanno una sequenza determinata anch’essa dall’insieme di inquadrature. Nel caso in cui più scene si succedano senza stacchi in una sola inquadratura si parla di piano-sequenza, una delle riprese più difficili da portare a casa per un filmmaker

2. Montaggio

Prima accennavo al montaggio: in questa parte della lavorazione di un film, appartenente alla fasei di post-produzione, le inquadrature e le sequenze vengono congiunte fra di loro. Se la sceneggiatura inizia a scrivere la storia, il montaggio mette a essa il punto. Vi risparmio la lezioncina di cinema sui vari tipi  - lineare o cronologico, alternato o incrociato, parallelo, descrittivo -  ma vi basta sapere che il montaggio è fondamentale per determinare il ritmo del racconto e anche il suo stile. 

 

Personalmente, sono un grande estimatore del montaggio nei film che guardo da spettatore, ma  anche un perfezionista quando si tratta di montare i video che giro io. Per me è importantissimo, sia nei commercial sia nei lavori più creativi:  per esempio, nel 2019, il corto che ho girato con Piano9, L’Incontro, ha vinto il premio come Miglior Montaggio al Padova 4th Wall Indie Festival.

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3. HD e FULL HD

Entriamo un po’ più nel tecnico? Il formato HD base, denominato anche 720p, presenta un rapporto immagine di 16:9 e una risoluzione di 1.280 x 720 pixel. Esiste anche il formato 1080p, noto come Full HD, che offre 1.920 righe di risoluzione orizzontale e 1.080 righe di risoluzione verticale, e viene denominato anche formato 16:9. Quella lettera "p" significa "progressive" e indica che i dati sono contenuti in fotogrammi singoli in cui i dati dell'immagine vengono suddivisi fra due fotogrammi, con i dati delle immagini su righe alternate. Esiste anche l’Ultra HD, che adotta 3840 pixel di lato lungo e 2160 verticalmente. I pixel che compongono l’immagine non vengono percepiti, a differenza di HD e FullHD, per un totale realismo delle immagini. 

 

Quando giro i video di wedding, dò sempre la possibilità ai miei sposi di scegliere l'opzione standard in Full HD o una risoluzione straordinaria in 4K: le differenze sono impercettibili sul monitor dello smartphone ma sui moderni televisori di casa, quelli di ultima generazione, il risultato sarà ancora più emozionante e dettagliato.

4. 4K

Avendo parlato di HD, mi pare giusto scrivere qualche parola sul 4K. Si tratta di uno standard che prevede 4000 pixel orizzontalmente e oltre 2000 sul lato verticale, per una risoluzione totale di 4096 x 2160 pixel. Grazie a questa specifica tecnica video è possibile percepire molti dettagli che l’occhio umano, da solo, non sarebbe in grado di vedere; il 4K, inoltre, permette di ingrandire l’immagine ripresa (crop) senza perdita di qualità nel caso in cui vogliate esportare il video in video in Full HD e permette di ridurre leggermente il “rumore” (ossia la grana che riduce la qualità dell’immagine, soprattutto in condizioni di scarsa luce) dato che, per ogni pixel del formato Full HD, ci sono ben quattro pixel del 4K.

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5. Compressione

Visto che siamo entrati nel tecnico, ti capiterà spesso di sentire parlare un filmmaker di compressione. Si tratta del procedimento con cui i video vengono memorizzati sul disco del computer al momento della loro acquisizione, in modo ottimizzato. La compressione può essere eseguita in tempo reale durante la fase di acquisizione, quando i circuiti hardware della scheda di acquisizione applicano il codec specifico del tipo di scheda; altrimenti la procedura viene svolta dopo, attraverso codec di tipo software. Il codec, per chi non lo sapesse, altro non è che un software che codifica/decodifica un segnale audio o video affinchè possa essere salvato su un supporto di memorizzazione o di riproduzione. 

Non voglio esagerare troppo con i tecnicismi, ma spero che questo piccolo glossario ti sia stato utile: un po' di teoria serve sempre, e lo dice uno che ha imparato tutto da autodidatta. Se hai in mente un'idea per un video e vuoi saperne di più sul mio lavoro, sarò felice di spiegarti il mio metodo.